Jū Jūtsu

Il Jū Jūtsu  è un’arte marziale giapponese nata dall’evoluzione di antiche tecniche di combattimento, inizialmente legate a prove di forza e poi codificate in sistemi strutturati. I Bushi (1185-1333) svilupparono metodi efficaci per combattere a mani nude contro avversari armati, dando origine a quello che divenne il Jū Jūtsu , basato sull’adattabilità e la cedevolezza.

Nel 1843, per selezionare le numerose scuole esistenti, lo Shogun raccolse le 159 più significative nel Bu Jūtsu  Ryū Soroku, e ancora oggi il Giappone ne riconosce 46 ufficiali. Con il tempo, il Jū Jūtsu  ha continuato a evolversi, come dimostra la creazione del Taiho Jūtsu nel 1947 dalla polizia giapponese, un sistema di difesa adattato alle esigenze della sicurezza pubblica.

L’arte arrivò in Italia nel 1908, grazie a due sottufficiali della Marina, e nel 1925 nacque la Federazione Italiana Jū Jūtsu  e Judo. Un ruolo cruciale nello sviluppo della disciplina lo ebbe il Maestro Gino Bianchi, che nel 1946 creò il Metodo Bianchi, un sistema innovativo e strutturato per l’addestramento. Dopo la sua scomparsa, la sua eredità fu portata avanti da Rinaldo Orlandi, autore di importanti testi tecnici, e dalla fondazione della World Jū Jūtsu  Federation (WJJF) negli anni ’70 da Giacomo Spartaco Bertoletti e Robert Clark, che svilupparono un programma moderno per la disciplina. Il Jū Jūtsu  si distingue dalle altre arti marziali per la sua capacità di adattarsi alle esigenze dei tempi, dalla difesa personale all’addestramento delle forze dell’ordine. La sua forza risiede nell’evoluzione continua, rendendolo sempre attuale e funzionale.